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Eging…ke passione!!! È nato un nuovo amore!
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Enzo Mascolo







Età: 39
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Enzo Mascolo is offline 

Località: Agerola
Interessi: vivere perchè la vita è bella!!! sopratutto se mi rilasso con la bolognese e la spigola!
Impiego: laureato disoccupato


MessaggioInviato: Dom Gen 09, 2011 11:58 am    Oggetto:  Eging…ke passione!!! È nato un nuovo amore!
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Per fortuito noviziato, lunedì 27 dicembre mi sono imbattuto in una nuova emozionante tecnica secolare propria di tutta la costa sud/mediterraneo dell'Italia, molto praticata in tutta la costiera amalfitana, sopratutto nell'area che va da Conca de Marini a Positano: la pesca da terra ai ricercati cefalopodi.

In realtà è stata una confronto suggeritomi da Maurizio, che nel rincasare dal lavoro, vedeva attuarla al tramonto dagli anziani pescatori della Costiera.


La terza pescata: la seppia più grande era quasi 700g e i totani 800g.
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I cefalopodi come ben sapete, sono fra i più misteriosi abitanti degli abissi, ma anche fra i più intelligenti, perché dietro i loro tentacoli nascondono il cervello più sviluppato del mondo sommerso: polpi e totani a parte, i cefalopodi, nel mio particolar caso seppie e calamari, sono il mio e quello di molti pescatori amatoriali, target più ricercato assieme alla spigola e l’orata. Essi si insidiano con le più svariate tecniche, passando da quelle più tradizionali alle sofisticate invenzioni made in japan, ove “ricercatori”, più che “pescatori” giapponesi, ne sono i “Re” e “Dominatori” incontrastati. Una ne fanno e cento ne pensano (non so se alcuni di voi ricordano un video da me scovato di particolari cannette tipo ice-fisching, usate per lo spinning?).

Gli anziani pescatori della costiera italiana, per ricordi narratomi da parte d’essi, li pescavano con stravaganti tecniche oggi letteralmente in disuso e a noi blasfeme e soprattutto, totalmente estranee, se non addirittura ridicole. V’era chi usava stracci bianchi (tecnica ancora in uso ad Amalfi e Cilento per la pesca del più intelligente cefalopode in assoluto, il polipo), vasetti di coccio (anch’essa oggigiorno molto usata) e, strane rastrelliere uncinate da trainare o l’uso di soluzione a base di zolfo. Poi, assieme l’evoluzione sociale dell’essere umano, vi si avuta un evoluzione tecnica anche nelle metodiche di pesca ai cefalopodi così come, negli altri settori della pesca sportiva a tutti noi noti: carbonio a varie gradazioni e numerose vari accorgimenti nella minuteria in generale.

Tutta tale premessa, sta a sottolineare alla vostra attenzione, il fatto che questi molluschi, potentissimi predatori ma anche ricercatissime prede,alimentano oggigiorno una serie di stravaganti tecniche dai nomi più disparati, che sempre più appassionano e stimolano noi pescatori amatoriali. I calamari e le seppie, oltre ad essere divertenti, e ciò ve lo sottolineo, da insidiare, sono come ben tutti sapete, altrettanto stimati da boccucce e palati fini come quelle del nostro caro stimato piccolo Sergino!!!

L’Eging, se non erro così si chiama tale tecnica spiegatami a grosse linee da cari amici che la praticano in costiera amalfitana da una vita, arriva dal lontano oriente, arrivata a noi sulla scia di quella che è diventata una vera e propria mania nei paesi del sol levante. Il connubio di tali varie e numerose tecniche orientali volte alla cattura dei cefalopodi, unite alle nostre tradizioni mediterranee, crea in se un mix affascinante che porta il pescatore amatoriale alla riscoperta dei cefalopodi pescati da terra/riva, prevalentemente mirando a seppie e calamari e non di rado, catturando casualmente polpi o totani in particolari condizioni marine che Madre Natura ci presenta casualmente. Tale pesca di norma viene effettuata con attrezzature da spinning o simili molto leggere, che sono spesso a mio avviso un valido e divertente diversivo alle apatiche giornate di alta pressione ma soprattutto al periodo invernale ove come ben sappiamo, la nostra amata tecnica della bolognese, ci regala scarsi risultati. Ma la pesca con la canna nella mia amata costiera, non è la tecnica più praticata, in quanto si usa la lenza a mano. In media, il periodo più propizio per effettuare la pesca a seppie e calamari da terra è quello che va da ottobre a febbraio. Tale tecnica in prevalenza viene praticata sotto costa, su fondali misti ove la sabbia sia interrotta da scogliere o praterie erbose, in profondità relativamente basse (spesso variano da meno di un metro d’acqua a decine e più) fino ai 20mt circa. Molto praticata e con buoni risultati anche gli interni dei porti e gli antemurali esterni ad essi. Per praticare con enorme successo la pesca ai cefalopodi. È necessario pescare generalmente con mare calmo e limpido, in quanto sono predatori che usano molto la vista, ma non sempre è cosi, infatti le mie due recenti battute risalenti al 27 e 30 dicembre, hanno avuto luogo con mare fortemente increspato. Il sito è il Capo di Conca, a Conca De Marini, SA.


Il sito.
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La mia postazione.
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Per la pesca della seppia è quasi sempre una casualità la sua cattura, esse non sono soggette a girare in branchi, quindi occorre esplorare un ampio tratto di mare per trovarle, viceversa il calamaro gira in branchi anche numerosi, e se se ne riesce ad effettuare una cattura senza probabile perdita dovuta a fattori quali la delicatezza delle sue carni e alla sbagliata ferrata, se ne può fare un buon carniere. Riguardo gli orari si è sempre detto che per la seppia nn vige regola, e confermo, ma per il calamaro si è sempre detto con alba e tramonto per tutta la durata dell’oscurità, ma io vi nego tale diceria per personale esperienza, avendone pescato un paio alle due e tre del pomeriggio con piena luce visiva.
Non spiegherò la tecnica giapponese in quanto non ne sono a piena conoscenza e comunque mi è stato spiegato da esperti del settore che nel mare italiano propone scarsissimi risultati in quanto mediamente molto frenetica, ma tuttavia volendo praticarla correttamente in Italia, mi verrebbe da consigliare canne con vettini sensibilissimi in vetroresina, così come a me consigliato, e con grammature massimo 20g, il mulinello di taglia 2000/2500 caricato con un sottilissimo tracciato o un 0,30 di un ottimo nylon che essendo più elastico pone minori perdite. Nel mio caso ho utilizzato del nylon dello 0,35 imbobbinato vicino ad un sughero. Per tale pesca le esche più comunemente utilizzate, le egi, italianamente chiamate totanare, imitano un gambero provvisto alla coda di due corone di ami ad ago senza ardiglione. Ne esistono di vari tipi e colori, ma le più valide sono quelle rivestite di seta colorata e provviste di un piombo deriva in pancia e fra i colori più utilizzati vi è di sicuro da annoverarne quattro: il rosso/fuxia su tutte, il giallo/arancio, l’azzurro e il verde. Ma proprio con quest’ultima tonalità, io sto avendo ottimi risultati (forse influenza anche il luogo/fondale, e le varie intensità di luce, ma non potrei confermarlo con valore scientifico in quanto non ne sarei capace. Amici hanno comunque avuto ottimi risultati col rosso, viola e arancio). V’è comunque una scala a me enunciata dal mio rivenditore che elenca alla grande i vari colori utilizzati nelle varie fasce solari della giornata: bianco, nero e azzurrino di giorno o con acqua limpida; nei momenti crepuscolari le colorazioni che vanno dal rosa al fuxia,; di notte colorazioni con matrice fluoro quindi verde, arancio e rossa. Le esche da egi hanno varie misure che corrispondono a varie grammature, le più utilizzate sono 2,5-3-3,5 e quindi con pesi che se non erro dovrebbero variare tra i dieci e venti grammi. Importantissima precisazione da me non ancora menzionata riguarda le fasce d’acqua: la seppia in media si trova a fondo mentre il calamaro a mezz’acqua. Per la prima si eseguisce un recupero lento alternato da leggerissimi strappi, mentre nel caso del calamaro si eseguirà un recupero a 1mt d’acqua a strappi alternandone la velocità. Differente è la resistenza e la mangiata postata a noi dalla seppia e dal calamaro: il calamaro una volta allamato a differenza della seppia pone a noi una resistenza tenace che viene spezzata da fughe prodotte dall’acqua eliminata attraverso il proprio sifone; a differenza la seppia pone alla nostra attenzione solo il suo peso. La cosa più importante in assoluto nell’allamata di entrambi, continuamente ripetutami dai maestri di tale tecnica è il recupero: esso deve essere delicato e costante, previa perdita del pescato a causa delle sue delicate carni lacerate dagli ardiglioni delle totanare/egi (e ve lo confermo in quanto al primo calamaro allamato mi è capitato di portare alle mie mani solo un tentacolo strappatosi a causa di un recupero troppo frenetico).
Per finire menziono a voi le due ditte di egi più vendute in Italia e più apprezzate dagli italiani: yo-zuri e yamascita (tali esche costano un botto arrivando a farsi pagare anche 15/20 euri).


L’egi o totanara.
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P.S.
Faccio presente che le foto a voi postate sono relative alla prima e alla terza pescata da me effettuate in assoluto; il calamaro più grande pesava circa 1200g e la seppia più grande circa900g.


La prima pescata, quella ove l’esperienza era pari a 0, ma il destino ha voluto che fosse la più fruttuosa su 5!
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E se va tutto bene, oggi e domani nuovamente a caccia!

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quale è il colmo per un pescatore? Avere una moglie sarda di nome Alice che cammina come un gambero e ha gli occhi da triglia, che non gli dà più scampo e perciò decidere di mandarla a farsi friggere!
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MessaggioInviato: Dom Gen 09, 2011 11:58 am    Oggetto: Adv






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Nino Russo







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MessaggioInviato: Dom Gen 09, 2011 1:51 pm    Oggetto:  
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complimenti belle catture, anche io pratico questa tecnica e mi piace molto
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yuan







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MessaggioInviato: Mar Giu 28, 2011 5:38 pm    Oggetto:  complimenti
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è meglio il gambero finto o il pesce finto per le seppie
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